SCOTLAND TOUR - 2011 |
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SCOZIA
2011
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Caro
amica/o
ormai siamo pronti
ad avviare la macchina organizzativa per la
trasferta a Edimburgo che prevediamo di effettuare nel prossimo
febbraio.
Il programma prevede un incontro con una squadra Old scozzese e la
possibilità di assistere ad una partita del Sei Nazioni. Per
questo motivo la date possibili sono solo due: 11-14 febbraio
oppure 25-28 febbraio. In entrambi i casi la partenza è il
venerdì ed il ritorno il lunedì successivo.
il Dallo e Tom stanno lavorando per trovare sistemazioni sia
in albergo che anche in b&b e sono già a buon punto.
Per una migliore organizzazione e per ottenere le migliori condizioni
economiche, dovremo prenotare entro la prima settimana di
ottobre. Fino a quella data il Dallo e Tom assicurano la
disponibilità per aiutare chi non è pratico nelle
prenotazioni on-line.
Ti
ringraziamo per la cortese collaborazione.
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TRAVERSATA
ATLANTICA
Las
Palmas – Saint Lucia
7 Aprile 2010 – 2 Maggio 2010
LIBRO DI BORDO di Celso Baronio
PREMESSA
Gennaio 2010, la crisi
economica
avvolge tutto il mondo occidentale, io lavoro in una Azienda che non mi
soddisfa e con persone che non stimo, lavoro molto e guadagno poco,
leggo
continuamente su riviste di nautica storie di gente che ha mollato
tutto e si è
messa a navigare, a me così sembra un tantino eccessivo, ho
degli affetti a
casa che non mi sento di abbandonare, però un periodo di
serenità penso proprio
di meritarmelo.
Così decido di troncare, di smettere di lavorare in un posto
che non mi gratifica e non mi valorizza e mi dimetto senza avere un
altro
impiego già pronto, ma penso: sono ingegnere, ho una
notevole esperienza,
troverò sicuramente qualcosa di meglio e nel frattempo mi
godo il mio tempo.
Ed allora eccomi libero di
dedicarmi a quello che mi piace maggiormente e che cosa se non il mare?
Decido
di vivere l’avventura di una lunga navigazione, in un primo
tempo penso di
navigare con il Passatore da Cesenatico fino in Sicilia, ma siamo alla
fine
dell’inverno ed è ancora freddo: opto allora per
una navigazione ancora più
lunga, una Traversata Atlantica. Ora si pone il problema di trovare un
imbarco,
il periodo non è quello giusto e inoltre non ho
più l’età per andare sulle
banchine di Las Palmas ad offrirmi come equipaggio.
Decido quindi di operare a
360°, rompendo le scatole a tutti gli amici ed i conoscenti da
una parte e facendo
una grossa ricerca in internet dall’altra ed è
proprio qui che trovo Bruce, un
americano che a Palma di Maiorca ha acquistato Shenanigans,
un Grand
Soleil 52 che vuole portare negli Stati Uniti.
Ha già fatto una parte della
navigazione fino alle Canarie e ora vuole arrivare a Rodney Bay - St
Lucia,
come l’ ARC, per poi proseguire con calma fino ad Annapolis
via Bermuda.
Dopo uno scambio di mail e
contatti telefonici ci accordiamo per la traversata, saremo in sei:
Bruce
Skipper e Armatore, io, altri due italiani, un finlandese ed un
inglese; un buon
numero che ci permette di avere anche buoni turni di riposo.
1°
PUNTATA
7 aprile 2010
Sto sorvolando
il mare alla volta
delle Canarie e vedo le onde dall’alto, la spuma bianca mi
impressiona, chissà
che effetto mi farà navigare per molti giorni senza vedere
terra, ho
attraversato molte volte l’Adriatico, ma una crociera
così lunga non l’ho mai
fatta e sono un po' curioso.
All’aeroporto
Bruce mi riconosce
subito, in effetti è facile perchè sono
l’unico vestito da velista, con la giacca
della cerata sotto braccio. Arrivati alla barca conosco Matteo, 25 anni
di
Milano e Tuomo, un finlandese di 34 anni. Stanno facendo qualche
lavoretto in
barca, ma si sono impantanati con il carica batterie a 24 volt. Si
parla
inglese, io faccio quello che posso, ma capire Bruce è
difficile: parla
americano e molto velocemente.
Saliamo in
auto e andiamo a cena
in un bar-ristorante sul lungomare. Las Palmas è veramente
brutta, una foresta
di condomini tipo Italia anni 60-70, sembra che i palazzinari italiani
si siano
trasferiti tutti qui: non c’è una casa carina ed
inoltre non si trova mai
parcheggio.
Rientrati in
barca, Tuomo ci
mostra le sue foto di questo inverno; lui è un ricercatore e
con una nave
oceanografica è andato sul Baltico ghiacciato, hanno
praticato una
apertura
nel
ghiaccio e si sono
immersi, sotto è magnifico, è persino andato
sull’elica della nave. Ha una
faccia buffa, è rasato a zero e con un pizzetto lungo lungo
che tiene stretto
con tre elastici.
2°
PUNTATA
8
aprile
Mi metto a
lavorare attorno agli
ingranaggi della ruota timone. Nella prima parte della navigazione si
è rotta
la ruota dentata del rinvio del timone, erano questi i ricambi che
Bruce
aspettava con ansia dalla Solimar. Non si riesce a smontare
l’ultima vite del
coperchio, ci ha provato Tuomo, ma ha rovinato la testa della vite,
provo io
con il WD40, è dura e si sta rovinando sempre
più, decido allora di andare alla
ricerca di utensili adatti, ma qui è come chiedere la luna
nel pozzo, trovo
solo punte normali e “8-viti-8”, fortuna che sono
in numero appena sufficiente.
Tornato in
barca provo di nuovo
e, un poco a destra e un poco a sinistra, con molta fatica riesco a
estrarre
l’ultima e odiata vite. Ora inizia il bello: smonto il freno,
l’alberino è
deformato così come la sede della chiavetta, provo con una
lima vecchia ma è
come accarezzarla, mi incammino di nuovo alla ricerca di una lima e si
ripete
la stessa storia, qui non hanno niente, devo andare di nuovo in un
negozio di
bricolage distante chilometri, trovo le lime; al ritorno acquisto in un
negozio
di nautica anche una bandiera europea, italiana era chiedere troppo qui
a Las
Palmas, così anche l’equipaggio, tutto europeo, ha
la sua bandiera, siamo 3
italiani, 1 finlandese e 1 inglese. Infatti nel frattempo il sesto
membro
dell’equipaggio ha confermato il suo arrivo per sabato 10.
Volevamo partire
sabato, poco male partiremo domenica mattina.
In banchina
trovo un italiano che
mi presta un flessibile, ottimo, con quello levigo la chiavetta fino a
che non
entra perfettamente altrimenti a notte fonda sarei stato ancora a
limare; la
ruota dentata non ha molta voglia di entrare e io chiamo Bruce per
mostrargli
il tutto, deve decidere lui cosa fare, avremo solo una chance
per provare, lui
opta per rimandare il tutto all’indomani.
E’
ora di fare la prima cambusa
per la traversata, prima ci fermiamo al bar e qui ho una bella
sorpresa: 4
birre e 1 caffè per 8 euro, da noi almeno il doppio. Loro
tre vanno a fare la
spesa io mi occupo della cena: spaghetti al pomodoro, alla forchetta
sono
risultati ottimi, mi sono superato!!!
Mentre attendo
il loro ritorno mi
godo una bella doccia.
La barca
è un bel 52 piedi, non
so di che anno, ma sembra molto
vecchia; guarderò poi quanti anni ha, ma sembra che negli
ultimi anni non sia
stata amata molto dal suo armatore, è stata lasciata andare
giù. Ho imparato
una bella lezione: se mai dovessi cambiare barca bisogna trovarne una
che è
stata amata dal suo ultimo armatore e in ogni caso di lunghezza massima
10-12
metri, qui è tutto molto grande e molto impegnativo.
Oggi ho preso
il primo sole sulle
mia pelle lattea, ho indossato sempre la maglietta e a mezzogiorno
anche il
berrettino, sono rosa sulle braccia e sento il collo bello caldo anche
se il
cielo era coperto. Matteo è qui da un mese ed è
molto abbronzato, ma forse è
aiutato anche dalla sua carnagione scura.
3°
PUNTATA
9
aprile
Giornata
faticosa: ho finito di
montare gli ingranaggi della ruota del timone, lavoro difficile ed in
una
posizione molto angusta. Poi sono passato alla pompa a pedale
dell’acqua di
mare. Un disastro, ho lavorato tutto piegato ed alla fine era tutto
inutilizzabile perché trafila acqua: una delusione unica.
Nel frattempo
è arrivato Denis,
ha 34 anni ed è di Conegliano Veneto.
Lui e Matteo si sono conosciuti in una traversata precedente da
Fiumicino fino
a Palma di Maiorca, dopo hanno abbandonato la barca per
inaffidabilità sia
della barca che dell’armatore.
Cena preparata
da me:
spaghetti
al tonno,
bianchi,
senza pomodoro, buonissimi. Sono molto stanco e dolorante, ma
dopo cena
vado ugualmente al Sailor’s Bar, telefono a Marina e mi
collego con il netbook
che mi ha regalato, una figata; scarico la posta, un poco di
chiacchiere e
torniamo in barca, mi devo ricordare domani di collegarmi ad un sito
per le
news, non ho informazioni dall’Italia da qualche giorno.
Ho anche
telefonato a Mauro per
il lavoro futuro, pare sia iniziato bene. Chissà, io nutro
buone speranze.
Le mie mani
hanno un profumo dolciastro misto di cipolla e aglio, il
bello è che mi piace… comunque prima di andare a
letto mi lavo a lungo. Il
collo è rosso vivo specialmente dietro, mi metto il Prep e
domani la crema
solare.
4°
PUNTATA
10
aprile
Promessa
mantenuta, mi metto la
crema solare protezione 30 !
I lavori della
mattina: issiamo
Tuomo due volte in testa d’albero per vari lavori poi con Matteo vado a fare la spesa: 400
€ neanche
troppo, riempiamo l’auto che Bruce ha preso a nolo. Al
ritorno stiviamo il
tutto nei vari gavoni della barca. Qualche lavoretto al frigoboat , ma
manca
una rondella per poter completare il tutto. Bruce va in aeroporto a
prendere il
sesto componente dell’equipaggio e cerca gli ultimi ricambi.
Io vado al
Salior’s Bar a telefonare a casa e a Marina, invio qualche
mail, leggo la posta
per l’ultima volta e aiuto Tuomo a bere due birre …
Rientro poco
prima di cena, scarico le foto ed arriva Bruce
con Philip,
un inglese nato sudafricano di 47 anni. Bruce non ha trovato alcun
ricambio
eccetto una cuccuma per sei persone. Cena con risotto ai funghi
preparata da
Matteo,
doccia, scrittura del libro di bordo e a letto.
11 Aprile
Salpiamo alle
14 locali. Abbiamo riempito il serbatoio e
quattro taniche di gasolio,
dogana e gli ultimi lavori. Il vento
è
contrario come vuole la legge di Murphy, così navighiamo di
bolina, speriamo
per poco. Il cielo da sereno si è fatto nuvoloso, facciamo
le prove con i
terzaroli e uomo a mare. Fa freddo, mi metto la felpa, il mio turno di
guardia è con Tuomo dalle 22 alle 2. Ultima telefonata a
Marina, spero di non
sentire troppo la nostalgia. Ore 19, siamo di bolina e molto sbandati
per
fortuna il mare è calmo, speriamo che gli alisei arrivino presto, fra poco vado in
cucina e faccio il battesimo
per il mal di mare, tutto bene.
Ore
21.45 il suono elettronico
del mio orologio SUUNTO, regalo di Marina per il mio compleanno, mi sveglia dal torpore, mi vesto
completamente con la cerata e mi preparo al turno di guardia. Fuori
c’è già Bruce e facciamo prove di
terzaroli
al buio. Alle 22 inizia il mio turno, una bella stellata ma molto
umido, vedo
anche due stelle cadenti. Alle 2 ci danno il cambio Bruce e Phil; vado
in
branda fino alle 9 ma sono in un continuo dormiveglia.
5°
PUNTATA
12
Aprile
Pronto per il
mio turno delle 10
ho già preparato il caffè. Sono tutto
dolorante, il polso mi fa male, il tendine di Achille pure e anche la
spalla
destra; mi sembra di leggere i racconti dei navigatori solitari dopo
una forte
burrasca: io tengo duro. Una nave ci sorpassa
lentamente mentre navighiamo di bolina, rotta 220° ad
una velocità variabile dai 5 a 8,8 nodi.
Mi sembra di
capire meglio
l’inglese. Barometro costante 1008 mbar cielo sereno, vento
da Sud West, il
mare è di un colore veramente deep blue, ora so
perché lo chiamano così
e perché i navigatori si innamorano del blu del mare. Un
piccione si è posato
sulla coperta per riposare, è stato un’ora e poi
è ripartito per la terraferma
distante oltre cento miglia, aveva un anello in una zampina,
probabilmente era
un piccione viaggiatore, in ogni caso non era spaventato dalle presenza
degli
uomini.
Abbiamo
mangiato nel
pozzetto un frittatone preparato da
Bruce; mi alterno al timone con Tuomo; finito il turno andrò
in branda, dormo
tutto il pomeriggio, inizio turno ore 10 p.m.
13 aprile
Bruce scrive a
casa: ”no shortcuts
for us” - niente scorciatoia per noi - , il vento viene da
Sud West, così noi non possiamo prendere la
scorciatoia per i Caraibi, ma andremo a Sud oltre il Tropico del Cancro
fino a
quando non incontreremo gli alisei, dopodiché accosteremo a
dritta con rotta
sui Carabi.
Alle 9 a.m.
dormo ancora e
mi sveglia Tuomo, abbiamo cambiato le
coppie dei turni. Alle 12 invio una mail a casa e mi viene un poco di
malinconia, non ci devo pensare.
Vedo un grosso
branco di
delfini, è la prima volta che ne vedo così tanti,
sono molto belli,
vederli è sempre molto emozionante ed entusiasmante, voglio
fotografarli, ma spariscono in un attimo. Navighiamo
sempre di bolina e sempre sbandati, che rottura. A sera passiamo
il Tropico del Cancro 23° 26’ N.
6°
PUNTATA
14
aprile
Non riusciamo
a vederla, ma siamo
vicini alla costa del Sahara Occidentale. Il vento non è
cambiato, sempre da
West, così ci costringe a navigare di bolina e a fare rotta
Sud, io sono molto intontito quasi prossimo alla
nausea. I miei prossimi turni sono con Bruce dalla 4 alle 8 giorno e
notte.
Per pranzo preparo i maccheroni alla carbonara e sono quasi buoni. Alle
14.30
si avvicina una barca di neri, piccola, colorata e con un grosso motore
fuoribordo: a dire la verità siamo un poco preoccupati, le
notizie che abbiamo
di neri con barchini veloci e che si avvicinano agli yacht si
riferiscono al
Corno d’Africa ed ai pirati che lo infestano, noi manteniamo
la calma e
parliamo. In realtà sono pescatori ci offrono del pesce,
Bruce consegna loro 6
euro in moneta e loro ci regalano tre grossi pesci.
Continuiamo a
navigare per 180°
diritti verso Sud a 10 miglia dalla costa, siamo lenti e andremo ancora
di
bolina perché il vento continua a non esserci favorevole, ma
come dice
Pirandello, così è se vi pare; poi quando il
vento girerà verso Nord noi piegheremo a West, ma
questo
secondo le previsioni meteo sarà dopo Cap Blanc, fra 22
miglia circa.
Scapoliamo alle 18.40, abbiamo temuto di dover cambiare di bordo, ma ce
l’abbiamo fatta senza virare. Per un attimo abbiamo visto in
lontananza le
colline di Cap Blanc, confine fra il Sahara Occidentale e la Mauritania.
Nella notte ci
sono venuti a
trovare i delfini, si avvicinavano velocissimi alla barca con una scia
come
siluri nei film di guerra, hanno giocato a lungo e poi sono andati via.
15
aprile
Oggi
è stata dura, il polso mi ha fatto sempre male anche quando
dormivo. Ho una leggera nausea e mal di testa, domani prendo una
pasticca per
placare il tutto. Finalmente il vento è girato verso
Nord-West e di conseguenza
noi abbiamo accostato di qualche grado
a dritta, un poco verso i Carabi. Alle 3 p.m. abbiamo issato per la
prima volta
lo spinnaker, ma con il vento che c’era abbiamo navigato al
traverso. L’onda
atlantica comincia a farsi sentire. Alle 19.30 ammainiamo lo
spinnaker e viaggiamo
di bolina larga, mare poco mosso e cielo sereno.
7°
PUNTATA
16
Aprile
Cominciamo con
il valzer dei
turni, saremo sfasati per tutta la giornata. Alle 9.00 issiamo
lo spinnaker,
ma c’è poco vento e lo ammainiamo poco dopo. Ormai
è deciso, andiamo a Capo
Verde per una piccola sosta.
Oggi va
decisamente meglio, ho
lavato qualche indumento e mi sono fatto una doccia, nel turno di
riposo provo
anche a leggere qualche cosa.
17 aprile
Turno
22:00-2:00 con Matteo, durante la
notte il vento è debole e si fa fatica a tenere la rotta per
Capo Verde. Il
mare è mosso e fastidioso però tutto procede al
meglio. In mattinata issiamo lo
spinnaker. Alle 12 collegamento con il satellitare, leggo gli sms
arrivati da
casa e quasi mi commuovo. Bruce spedisce il blog della traversata e
scarichiamo
il meteo, nel pomeriggio trascrivo sul pc il diario di bordo, ma il
mare si fa
sentire. Per cena voglio preparare il petto di pollo
all’arancia. E' venuto
fantastico e ho ricevuto i complimenti da tutti. Nel turno di notte
prima del
sorgere della luna vedo il cielo meraviglioso e pieno di stelle, la via
Lattea è
una strada luminosa. Vedo
la Croce del
Sud e Orione che sembra tuffarsi in mare, vedo anche alcune nuvole che
sembrano
pini marittimi.
8°
PUNTATA
18
Aprile
Accendiamo il
motore a metà della
notte perché non c’è vento, navigazione
fastidiosa con mare mosso, non riesco a
dormire molto.
Mi sveglio
alle 7 e vedo le isole
di Capo Verde di fronte a noi, sono ancora lontane, ma dopo una
settimana di
mare vedere terra è una forte emozione. Corro subito in
coperta con la macchina
fotografica e vedo che navighiamo con lo spinnaker, le isole sono molto
brulle,
di colore rosso-marrone, niente a che vedere con il verde del loro nome.
Atterriamo a
Capo Verde alle 9.00 locali. Per la precisione
nell’isola di Sao Vincente a Mindelo. Il marina è nuovo
inaugurato nell’estate
del 2008, è domenica, la stazione di polizia di Frontiera
è chiusa e non
possiamo fare i documenti di ingresso; in teoria non potremmo scendere
dalla
barca, ma non ci preoccupiamo, non abbiamo paura di essere considerati
immigrati clandestini….
Ormeggio e poi
telefonate a casa
piene di emozione, e quindi una meritata doccia. Devono avere una
penuria di
acqua perché le docce sono a pagamento, 100 litri di acqua
costano 2 €, oltre
al costo della barca, non è molto, ma mi sembra molto strano.
Uno dei motivi
che ci ha fatto
decidere di atterrare a Capo Verde è stato un brutto rumore
che si sentiva
dalla ruota del timone. Smontandolo vediamo che la chiavetta fissata
all’asse
ha preso gioco, decidiamo di prepararne una nuova per
l’indomani. Finiamo la
giornata con parecchie birre, cena con aragosta e a letto.
9°
PUNTATA
19 Aprile
Vado in paese
per cercare una
nuova pila per il mio Suunto. Il paese è più
animato di ieri, tutti i negozi e
bar sono aperti. Dopo diversi tentativi trovo finalmente la pila e poi
mentre
cammino a capo chino intento a regolare l’orologio vado a
sbattere con la
testa contro i rami di una acacia che mi lascia qualche segno
sanguinante.
Incontro poi Denis e Matteo ed insieme andiamo a fare un poco di spesa
per
rimpinguare la cambusa della barca. Compriamo un poco di frutta,
l’indispensabile caffè ed anche un poco di pesce
fresco. Al rientro vengo a
sapere che Phil ha deciso di lasciare la barca: rimarremo in cinque,
pazienza.
Il catamarano delle BVI parte poco prima di noi con la donna che
farà la traversata
dell’Atlantico a nuoto !!! Andando alla polizia di frontiera
a Mindelo ho visto
un muro ricoperto di murales, sembrano quasi disegni di
pubblicità progresso,
ma eseguiti con uno stile africano e una prospettiva molto primitiva.
Ore 15.30
salpiamo. Ci separano
dai Caraibi 2000 miglia ! Solo a dirlo mi riempie la
bocca ed è questo quello
che ci aspetta. Sembra che Capo Verde non ci voglia lasciare partire
infatti
ci manda un vento contrario che ci costringe a fare cambi di bordo
continui e
pensare che nelle 850 miglia precedenti abbiamo tenuto sempre le mure a dritta.
Comunque il vento non è
sufficiente e siamo costretti ad accendere il motore. Matteo prepara
del pesce
crudo, io voglio cuocerlo al cartoccio, ci sarà da magiare
molto bene questa
sera.
Nuovi turni:
io e Tuomo dalle 12
– 04 Matteo e Denis 04-08, Bruce da solo 08-12, ma non
durerà a lungo; passeremo
subito a turni di 4 ore di guardia e 6 di riposo in modo da avere
sempre due
uomini in coperta.
Mentre preparo
la cena e Bruce si
riposa prima del suo turno di guardia, i ragazzi di sopra hanno trovato
finalmente il vento e si divertono a
veleggiare di bolina con raffiche da 20/25 nodi e la falchetta in
acqua, io
continuo imperterrito ad impanare il pesce.
Per cena
abbiamo leccornie da
ristorante di gran lusso: antipasto di carpaccio e pesce al cartoccio.
20 Aprile
Compleanno di
Denis. Nella
notte poco vento e la mattina presto issano lo spinnaker mentre io
rimango in
branda perchè non mi hanno voluto chiamare. Alle 10
sostituisco Bruce al timone e
alle 10.30 davanti alla nostra prua
vedo soffiare: sono due balene che incrociano vicine e riusciamo a
vedere poco,
un poco di dorso e la pinna caudale, mentre la alzano per immergersi in
profondità. Comunque l’emozione è stata
grande ugualmente anche se
l’avvistamento ha lasciato a desiderare. Pomeriggio disteso
fra ombra e sole a
leggere, ho già finito il libro di Wilbur Smith
“Il canto dell’elefante”, 500
pagine divorate letteralmente e ora sono alle prese con “Il
vecchio e il mare”
di Hemingway, ma mi sembra piccolo,
dopo vedrò cosa c’è in giro da leggere.
10°
PUNTATA
21 Aprile
Notte agitata, non ho chiuso
occhio e sono stato sballottato a destra e a sinistra della branda, per
fortuna
abbiamo i teli anticaduta. Abbiamo cambiato di
bordo per la prima volta. Alle 7.00 Bruce
mi fa svegliare tutto l’equipaggio per issare lo spinnaker
pesante. Il polso mi fa molto male, cerco di non farlo vedere
perchè non voglio che
gli altri se ne accorgano, ma purtroppo mi fa gustare a metà
la
traversata.
Aspetto il collegamento per inviare mail a casa e leggere gli sms poi
alle 10, stravolto, mi tuffo in branda. Siamo andati a sud alla ricerca
degli
alisei; il mare è mosso e incrociato, siamo tutti molto
provati,
ma ugualmente
issiamo lo spinnaker alla mattina per ammainarlo alla sera, al suo
posto
issiamo il fiocco e poi andiamo sotto coperta a piegare lo spinnaker.
Per cena
preparo fusilli al tonno, un ricordo di casa. Cambio di bordo e rotta
per St
Lucia.
22 Aprile EARTH DAY
Ho fatto il turno dalle 2 alle 6 e attendo le 7 per
issare lo spinnaker poi vado a letto alle 8. Alle 10 mi alzo per
togliermi il
torpore, faccio una doccia e mi rado la barba.
La cucina, per lo più espressa da
me e Matteo, è un momento piacevole della traversata. Oggi
Bruce chiede la mia
supervisione per preparare gli spaghetti alla carbonara, è
molto divertito da
questa supervisione e lo scrive immediatamente a casa. A sera mentre
discutiamo
se tenere o meno lo spinnaker issato per la notte, un groppo inclina
paurosamente la barca, una tazza vola in acqua e immediatamente
decidiamo di
ammainare. Mentre siamo sotto coperta per vestirci, in una strapoggiata
la
barca prima si inclina paurosamente a dritta poi a sinistra e il boma arriva quasi in
acqua e ci ricorda
che qui comanda l’Atlantico….
23 Aprile
Giornata grigia, prepariamo lo spinnaker alle 7.00 ma
il mare è troppo mosso e attendiamo che si calmi un poco,
finalmente a
mezzogiorno possiamo issarlo. Qualche goccia di pioggia e io dormo
tutto il
pomeriggio. In mattinata Matteo ci rallegra con crepes squisite. Oggi
raggiungiamo il punto più a Sud di tutta la traversata. Io
ho finito i miei
libri e per fortuna Denis me ne presta uno: “Sessantamila
miglia a vela” di
Françoise Moitessier moglie del famoso
Bernard.
11°
PUNTATA
24 Aprile
A mezzanotte siamo a 1.400 miglia
da St. Lucia, in lontananza si vedono le luci di una nave, erano 4
giorni che
non si avvistano navi, balene o delfini. Solo Matteo viene colpito per
la terza
volta da un pesce volante. Questo mare incrociato ci sta squassando.
Decidiamo di
tenere lo spinnaker anche di notte mentre il mare si è
calmato.
25 Aprile
Una barca a vela in acciaio non
ci cede la rotta nonostante abbiamo la precedenza, la nostra prua
striscia
sulla sua murata graffiando la vernice bianca, grida di persone, sono
fuori e
urlo di prendere la pistola, sul vascello non si vede nessuno, ma noi
continuiamo a strisciare sulla loro fiancata… poi sento chiamare
insistentemente il mio nome: è Matteo che mi chiama e
mi desta dal mio inquietante sogno. Sono le 6 di mattina e lo spinnaker
si è
incaramellato attorno allo strallo, lavoriamo come matti fra onde e
vento,
ammainiamo, pieghiamo lo spinnaker sottocoperta e lo issiamo di nuovo,
come
ogni santa mattina alle 7.00.
Ore 10.30 mille miglia a
prua, mille miglia a
poppa, a dritta il polo nord, a sinistra
il polo sud, siamo nel punto più distante dalle terre
emerse, ammainiamo le
vele e ci truffiamo in mare. E’ meraviglioso il colore blu
dell’acqua, è
affascinante, ti prende dentro, scattiamo alcune foto e facciamo tuffi.
Denis non
si sente bene e non partecipa, peccato.
Issiamo di nuovo lo spinnaker,
c’è poco vento e balliamo come turaccioli, per i
prossimi
giorni si prevede un
rinforzo di vento. Il polso mi fa sempre male, cerco di non farlo
notare, ma
alcuni lavori mi provocano grandi sofferenze. 1.185 miglia a St Lucia.
Sento la
nostalgia delle mie donne, domani voglio scrivere una lunga mail. Verso
le 17 facciamo prove di strambata con lo spinnaker che alla fine si
incaramella,
ma rimediamo velocemente ammainandolo poi io e Tuomo
sottocoperta
pieghiamo
lo spinnaker, caldo e fatica solo in due! Decidiamo di aspettare
l’indomani
per issarlo di nuovo perchè tre issate di spinnaker in un
giorno
mi sembrano troppe.
12°
PUNTATA
26 Aprile
Siamo tutti molto stanchi.
Durante le guardie quando non è al timone Tuomo dorme invece
di fare i soliti
esercizi fisici. Dopo il turno e dopo aver issato lo spinnaker dormo
fino alle
13. Invio una mail a Marina e leggo gli sms con molto piacere.
Spostiamo
indietro l’orologio della barca di 1 ora.
Alle 15.11 con il mio turno di
guardia siamo a 1000 miglia esatte da St Lucia, da ora in poi la
distanza
rimanente si misura solo con numeri a 3 cifre. Marina mi segue da casa
e sa che
manca poco, circa 6 giorni.
Non abbiamo più cibi freschi da
qualche giorno, il frigo raffredda poco e abbiamo buttato a mare un
poco di carne
e pesce avariati. Per cena pizza preparata da Matteo, buona e ricorda
casa.
Prima di notte un piccolo
briefing sul comportamento da tenere in caso di brutto tempo.
27 Aprile
L’Atlantico si fa sentire, sono
sballottato in branda quando un’onda più alta
delle altre spazza il ponte e il
mare entra dal mio oblò bagnandomi. Per fortuna avevo la
cerata appesa che ha
riparato molta acqua, altrimenti mi sarei ritrovato bagnato fradicio. Le onde sono molto alte e
si fatica a stare
in piedi. Decidiamo di navigare solo con le vele e non issiamo lo
spinnaker,
troppo pericoloso con questo mare. Nella notte il vento aumenta a 30-35
nodi e
così le onde, spinte dal vento, diventano ancora
più alte. Queste onde al buio
sembrano branchi di lupi famelici che ci inseguono, le vedi passare
vicino alla
barca, ci sfiorano e poi proseguono la loro corsa. 790 miglia alle
7.00. Io ho
cominciato a contare le miglia rimanenti da quando siamo sotto la
soglia delle
1000, navighiamo veloci, circa 200 miglia al giorno; sul log book alla
fine di
ogni turno di guardia vengono registrate le miglia mancanti.
13°
PUNTATA
28
Aprile
Compleanno di
Bruce. Onde, onde, onde anche
oggi niente spinnaker, troppe onde, una di queste spazza il ponte e si
rovescia
in quadrato, di sotto, Denis sentendo il fragore dell’acqua
si è precipitato a
proteggere la sua roba ed e riesce nell’intento, agli altri
è andata meno bene,
si bagna qualche cosa, pazienza. Brutta notizia: l’acqua
dolce è finita, Bruce
suppone che i 2 serbatoi non siano separati come sembra e inoltre
l’indicatore
di livello evidentemente non funziona bene, comunque ci accorgeremo in
seguito
che l’acqua non è affatto finita ed è
stata sufficiente per tutta la
traversata. Acqua da bere ne abbiamo imbarcata a sufficienza in taniche
da due
galloni. Nel pomeriggio faccio la doccia con acqua di mare,
l’operazione
risulta un poco ostacolata dall’equilibrio precario. Questa
sera all’ora di
cena saremo sotto le 600 miglia. Abbiamo incrociato una nave dopo molto
tempo
che non ne vedevamo. Il vento è molto variabile con
rinforzi: alle 15.00 2 mani
di terzaroli, tolti alle 16.00 rimessi alle 17.00 e tolti alle 18.00.
E’ venuta
qualche goccia di acqua e in lontananza abbiamo visto
l’arcobaleno. Ci sono venuti
a trovare due delfini, ma sono spariti subito prima di poterli
fotografare.
Abbiamo fatto una torta per il compleanno di Bruce che ci siamo
sbaffati dopo
cena. Le onde ci sono sempre e disturbano molto. Ho letto con piacere
l’sms di
Marina. Piccolo temporale nel mio turno di not te, con arcobaleno della luna.
Dopo il mio turno altra mano di terzaroli tolta all’alba
14°
PUNTATA
29
Aprile
Sono
intontito, il mio turno
dalle 3 – 7 mi ha schiantato, torno in branda ma non riesco a
dormire, il polso
mi fa male, le onde al traverso ci sconquassano tutti. Veleggiamo a
farfalla
con il fiocco tangonato, ma le onde fanno saltare la falchetta in acqua
alternativamente a destra e a sinistra. Alla fine di ogni turno si
contano le
miglia rimanenti, anche se nessuno lo dice, siamo tutti molto
stanchi. Oggi abbiamo percorso solo
150 miglia, peccato.
30 Aprile
Alle 9.00
issiamo lo spinnaker,
il mare è un pò più tranquillo e la
navigazione più confortevole. Alle 9.30 mi
si in caramella lo spinnaker, peccato avrei preferito non accadesse, ma
è cosa
di poco conto e lo liberiamo subito. Mancano 340 miglia, 2 giorni. Ho
voglia di
una doccia con acqua dolce e di una bella birra gelata al bar.
Nella pausa ho
fatto una doccia
sul ponte con un secchio e l’acqua del mare. Il caldo dei
tropici si fa
sentire, le guardie notturne le passo in calzoni corti e maglietta a
mezze
maniche, ma sempre con la cintura di sicurezza. Il vento perfettamente
da Est,
ci fa tenere una rotta più a Nord di St. Lucia.
15°
PUNTATA
1 Maggio
Nella notte strambiamo e la rotta
punta decisa su St Lucia. Alle 7.00 issiamo lo spinnaker e la
velocità aumenta.
Alle 9.00 mancano 200 miglia c’è quasi la certezza
di arrivare il 2 maggio!. Fa
caldo ed è molto umido e io sudo già alla
mattina. Ho voglia di sentire le voci
di casa, ho nostalgia di loro. Penso molto alla Giò, spero
che trovi presto la
sua strada, alla Eda, alla Marina, penso a mia mamma che si sta
spegnendo piano
piano e mi riempie il cuore di tristezza. Penso al lavoro futuro e alla
nuova
casa. Il polso mi fa ancora male, quando è piegato non
riesco a sostenere
neppure un piatto, per fortuna in trazione funziona bene. Appena
c’è un
collegamento telefonico voglio sentire le voci di casa, forse
già qualche ora
prima di atterrare. Basta ora pensare a casa altrimenti mi commuovo,
mancano
poco più di 24 ore. Voglio inviare anche un sms a Colombini
se mi trova un
rientro veloce in aereo.
Anche oggi il mare pare relativamente calmo, dalla partenza da Capo
Verde è il secondo giorno di mare
calmo. per quanto sia sempre un calmo relativo, l’onda al
traverso c’è sempre,
ma più piccola. Alla sera vediamo i delfini, sono molto
belli e questa volta
riesco a fotografarli. Un momento di panico per gli stranieri: si
è diffusa la
voce che era finito l’aglio, subito rientrata e confortati
gli americani e
finnici. Per cena, su espressa richiesta di Bruce una pizza preparata
in coppia
da me e Matteo. Abbiamo effettuato anche l’ultimo inutile
tentativo di pesca
alla traina, ma l’unico risultato ottenuto in tutta la
traversata è stato
perdere tre lenze…..
Durante la notte, verso sud,
abbiamo visto un astro luminoso che sembrava cambiasse colore fra verde
rosso e
bianco, quasi come la bandiera italiana, nessuno sa che cosa
è, ma a casa lo
cercherò nel planetario.
2 Maggio
Nel mio turno
di guardia
notturno, strambiamo, non so perché, ma abbiamo strambato
quasi sempre di notte.
L’onda laterale è molto fastidiosa, alle 7.30
issiamo lo spinnaker (anche
l’ultimo giorno?), ma il vento è troppo forte e lo
ammainiamo subito. Alle
11.00 mancano 30 miglia.
TERRAAA ! ! !
Alle 12.13 ora
della barca
avvistiamo terra, confusa e azzurrina, ma visibile. Io penso ai miei
cari e al
biglietto aereo (devo essere proprio stanco), mentre sono sballottato
senza
sosta, perché oggi il mare ci fa soffrire. Appena
c’è stata la copertura di
rete ho chiamato casa. Grande emozione nel sentire le
voci note e per molto tempo mute.
Alle 17.00
entriamo in Rodney Bay
St Lucia, ammainiamo la randa e ci dirigiamo verso il marina,
atterriamo alle
17.30!
Matteo viene
spedito immediatamente
alla ricerca di birra fresca e torna poco dopo con 2 sporte di birre
gelate:
brindisi generale.
Cena in un
ristorante della
baia
con
grossa bevuta generale.
FINE
° ° °
° °
Lo SHENANIGANS
è un veliero Grand Soleil 52, lungo 16
metri; l'equipaggio è composto da 6
persone: Bruce Buckheit, l'armatore americano, Celso, altri due italiani, un
inglese ed un finlandese.
Foto di repertorio
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Foto di repertorio
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Al centro lo SHENANIGANS nel
porto di Las Palmas
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